Nonostante il desiderio di piegare la matematica a fini
consolatori, umanamente comprensibile, quanto accaduto alle recentissime
amministrative va nel solco della consuetudine, come accaduto per Lista Aperta,
partita nel 1995 con un entusiasmante 68,38% (a proposito di voglia di
rinnovamento e di fatto nuovo), passata per il 49,5% del 2004 e finita con un
risicato 9,70% nel 2009, chi amministra paga anche lo scotto di aver fatto
delle scelte, a volte impopolari, e che comunque non accontentano tutti.
Per quanto ci riguarda esserci proposti con un candidato
diverso e meno noto del Sindaco in carica, ci trova soddisfatti rispetto al
48,36% ottenuto (104 voti in meno rispetto al 2009 con il 7% in più di
astensione, vedere tabelle sottostanti), un risultato che sarebbe stato
immediatamente sottoscritto prima delle elezioni, con un calo fisiologico
rispetto al precedente 54,38% e in linea con il periodo migliore di chi ci ha
preceduto, seppure presentando lo stesso candidato per 3 tornate.
Per quanto riguarda l’astensionismo siamo al 37,52% ,
lontani dalla partecipazione, attestata al 71,8%, del 1999.
Se poi, per trovare motivazioni, ci si vuole rifugiare
dietro alla somma dei voti per, nel solco della migliore tradizione partitocratica,
partecipare in qualche modo alla vittoria elettorale, si può fare, resta il
fatto che non è una novità, la stessa situazione si è avverata anche nel 2004
(anche in quel caso con tre liste in gara).
Considerato che l’astensionismo non è rivolto verso chi non
è mai stato presente alla vita comunitaria e politica che, per il fatto di non
esser imputabile di nulla, tende a rappresentare un’attrattiva per l’elettorato
irritato da chi è stato invece attivo dal punto di vista socio-amministrativo,
emerge il dato che il 37,52% degli elettori non ha visto queste potenzialità
altrimenti non saremmo stati confermati.
Ognuno è libero di dipingersi come meglio crede, con
proclami d’impegno perenne (che chi ha esperienza in campo amministrativo sa
essere sinceri ma fragili), tuttavia nelle contese elettorali le somme non sono
mai matematiche poiché vi sono dinamiche e veti (come accaduto in campo
avverso anche stavolta) che cambiano i valori in campo.
Dal punto di vista relativo siamo e restiamo la prima
compagine, al primo posto assoluto invece troviamo una forza alla quale dovremo
prestare molta attenzione per catturare il consenso dando risposte serie alle
problematiche, ovvero la lista “dell’astensione” con i suoi 1546 voti.
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