Nel nostro Comune ci sono già stati atti ufficiali in merito
a questa problematica il primo, presentato dalla Lega, nel 2012, fu un
documento che perappresentava una vera fuga in avanti, l’intento di calvacare
l’onda prima di altri (il PD si stava già muovendo sulla problematica della
razionalizzazione degli enti territoriali) era evidente, abbiamo comunque
cercato di trovare una posizione di equilibrio (verbali della discussione a
disposizione sul sito del Comune), senza
giungere ad un risultato condiviso, stante la volontà di marcare il
punto con la “primogenitura”. Il documento presentava molti aspetti critici ed
approssimativi ecco l’analisi che ci portò a cercare una soluzione più
confacente, in grassetto il testo della mozione:
Vista l’esperienza positiva di altri Comuni della nostra
regione che hanno già attuato o sono in procinto di definizione della fusione
tra Comuni;
Questa affermazione ci parve
azzardata poiché, a quanto ci
constava, al momento la fusione in attività era solo quella del 2009 fra
Campolongo al Torre e Tapogliano, alla quale doveva affiancarsi quella in
itinere fra i comuni di Rivignano
e Teor. Il fatto era così
isolato e recente che nessuno poteva vantare dati statistici consolidati,
positivi o negativi, in merito ai servizi e ai risultati economici ottenuti dal
neo-Comune (che godeva tra l’altro della forte infusione di fondi portata dalla
Regione per l’operazione, come nel caso di Rivignano-Teor. Una infusione che
purtroppo si è drasticamente ridimensionata a causa della crisi).
Considerato il costo di gestione dei piccoli comuni definiti
“polvere”, che non sono in grado di utilizzare in modo organico il personale
dipendente e di sfruttarne a pieno il potenziale umano;
Per “Comuni Polvere” sono intesi
quelli sotto i 1.000 abitanti, noi non lo siamo e quindi dobbiamo ragionare su
una serie di altri parametri strutturali.
Vista la necessità di offrire un servizio puntuale e
migliore al cittadino accompagnata da una riduzione dei costi;
Le fusioni si fanno fra Comuni
contermini ma, per esempio, potrebbe essere Bertiolo il Comune ideale per
raggiungere una sinergia ottimale dei servizi, quindi l’unione si potrebbe fare
ma la fusione no.
Visto la riduzione delle risorse disponibili ed il contesto
di crisi economica attuale;
Tenuta in considerazione anche l’affermazione del sindaco
della necessità di eseguire il minor numero possibile di Consigli Comunali in
quanto troppo costosi e non sostenibili dall’attuale amministrazione.
Questa parte era chiaramente
strumentale e corrispondeva solo parzialmente a quanto più volte spiegato dal
Sindaco. Il Sindaco non ha mai sostenuto che i Consigli non sono sostenibili,
ma che comportano comunque un onere per le casse del Comune, e che sarebbe
opportuno gestire in modo oculato lo strumento istituzionale.
Si chiede
Di impegnare l’amministrazione affinché si possa cominciare
a porre in essere un percorso che porterà la fusione del nostro Comune con uno
contermine.
Ferma restando la perplessità
relativa all’istituto della fusione “a prescindere”, che i Comuni contermini di
Castions sono 9, di cui ben 5 ricadenti nell’ambito della Bassa - Friulana,
qualora ciò sia davvero la soluzione ai nostri problemi funzionali ed
economici, stante la logica dei proponenti,
tanto valeva attivarsi per la fusione con “quanti più” Comuni contermini
possibile.
Quindi era assente ogni
considerazione su come “fondere
punti di forza complementari” e non “debolezze strutturali equivalenti”,
andando a valutare se ci sono opzioni di quel genere che giustifichino una
fusione e chi sarebbe il Comune prescelto, insomma un documento carente che riteniamo di avere
giustamente respinto.
Chiaramente questo argomento non andava accantonato, pur non
essendo una priorità assoluta, per cui elaborammo una proposta
da presentare al Consiglio nella seduta successiva.
Segue…
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