mercoledì 13 novembre 2013

FUSIONI: DUE DEBOLEZZE NON FANNO UNA FORZA.



Nel nostro Comune ci sono già stati atti ufficiali in merito a questa problematica il primo, presentato dalla Lega, nel 2012, fu un documento che perappresentava una vera fuga in avanti, l’intento di calvacare l’onda prima di altri (il PD si stava già muovendo sulla problematica della razionalizzazione degli enti territoriali) era evidente, abbiamo comunque cercato di trovare una posizione di equilibrio (verbali della discussione a disposizione sul sito del Comune), senza  giungere ad un risultato condiviso, stante la volontà di marcare il punto con la “primogenitura”. Il documento presentava molti aspetti critici ed approssimativi ecco l’analisi che ci portò a cercare una soluzione più confacente, in grassetto il testo della mozione:

Vista l’esperienza positiva di altri Comuni della nostra regione che hanno già attuato o sono in procinto di definizione della fusione tra Comuni;
Questa affermazione ci parve azzardata poiché, a  quanto ci constava, al momento la fusione in attività era solo quella del 2009 fra Campolongo al Torre e Tapogliano, alla quale doveva affiancarsi quella in itinere fra i comuni di Rivignano e Teor. Il fatto era così isolato e recente che nessuno poteva vantare dati statistici consolidati, positivi o negativi, in merito ai servizi e ai risultati economici ottenuti dal neo-Comune (che godeva tra l’altro della forte infusione di fondi portata dalla Regione per l’operazione, come nel caso di Rivignano-Teor. Una infusione che purtroppo si è drasticamente ridimensionata a causa della crisi).

Considerato il costo di gestione dei piccoli comuni definiti “polvere”, che non sono in grado di utilizzare in modo organico il personale dipendente e di sfruttarne a pieno il potenziale umano;
Per “Comuni Polvere” sono intesi quelli sotto i 1.000 abitanti, noi non lo siamo e quindi dobbiamo ragionare su una serie di altri parametri strutturali.

Vista la necessità di offrire un servizio puntuale e migliore al cittadino accompagnata da una riduzione dei costi;
Le fusioni si fanno fra Comuni contermini ma, per esempio, potrebbe essere Bertiolo il Comune ideale per raggiungere una sinergia ottimale dei servizi, quindi l’unione si potrebbe fare ma la fusione no.

Visto la riduzione delle risorse disponibili ed il contesto di crisi economica attuale;

Tenuta in considerazione anche l’affermazione del sindaco della necessità di eseguire il minor numero possibile di Consigli Comunali in quanto troppo costosi e non sostenibili dall’attuale amministrazione.
Questa parte era chiaramente strumentale e corrispondeva solo parzialmente a quanto più volte spiegato dal Sindaco. Il Sindaco non ha mai sostenuto che i Consigli non sono sostenibili, ma che comportano comunque un onere per le casse del Comune, e che sarebbe opportuno gestire in modo oculato lo strumento istituzionale.

Si chiede

Di impegnare l’amministrazione affinché si possa cominciare a porre in essere un percorso che porterà la fusione del nostro Comune con uno contermine.
Ferma restando la perplessità relativa all’istituto della fusione “a prescindere”, che i Comuni contermini di Castions sono 9, di cui ben 5 ricadenti nell’ambito della Bassa - Friulana, qualora ciò sia davvero la soluzione ai nostri problemi funzionali ed economici,  stante la logica dei proponenti, tanto valeva attivarsi per la fusione con “quanti più” Comuni contermini possibile.
Quindi era assente ogni considerazione su come  “fondere punti di forza complementari” e non “debolezze strutturali equivalenti”, andando a valutare se ci sono opzioni di quel genere che giustifichino una fusione e chi sarebbe il Comune prescelto,  insomma un documento carente che riteniamo di avere giustamente respinto.

Chiaramente questo argomento non andava accantonato, pur non essendo una priorità assoluta, per cui elaborammo una proposta da presentare al Consiglio nella seduta successiva.

Segue…

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