lunedì 9 dicembre 2013

CONSIGLIO COMUNALE: POST CONCLUSIVO.


3. PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE (P. R. G. C.)
ADOZIONE VARIANTE N. 10.

Detto che la variante interessata non comporta modifica alle previsioni strategiche del P.R.G.C. vigente, limitandosi ad intervenire nella sua struttura con modifiche che rientrano nella compatibilità ambientale già inquadrata dallo strumento urbanistico e oggetto di procedura attuata con la precedente variante n.8 (quella già accennata in approvazione dei verbali e approvata dall’amministrazione precedente) di revisione dei vincoli, passiamo alla discussione.

Il Sindaco chiama l’Urbanista, estensore della variante, Arch. Livio Comuzzi, ad illustrare il suo operato. Il professionista, il quale ha già lavorato in passato sul nostro Comune e quindi non affronta una situazione ignota, se non quella dell’accoglienza vagamente offensiva della quale sarà oggetto.
In occasioni precedenti le tavole con le modifiche venivano appese ai muri della sala, ad esclusivo beneficio dei Consiglieri che potevano andare a verificare eventuali osservazioni e dubbi, in questa occasione si era provveduto alla video-proiezione per permettere la visione dal posto e da parte del pubblico ma questo fatto si è scontrato con la palese intenzione di far naufragare la discussione,
Non appena la discussione si è portata sulle ventinove variazioni cartografiche, esemplificate nella tavola sottostante,


 a cui avrebbe fatto corollario la descrizione della modifica da parte del professionista, la nostra dissociata si è visibilmente alterata e si è alzata in piedi attraversando la sala andando a schiaffeggiare il muro in corrispondenza delle zone in cui ci dovevano essere le cave affermando che senza queste ultime non riusciva a capire dove fossero tali zone e che non si fanno presentazioni in questo modo. Il Consigliere Anzit ha chiesto invece perché non erano presenti nella tavola l’area Rinaldi e l’ex ambulatorio di Morsano lamentando anche lui le difficoltà ad individuare le cose. L’Architetto Comuzzi, risposto ad Anzit che le due aree da lui citate non c’erano perché appartenenti ad una variazione precedente e quindi non pertinenti alla variazione in atto, vista la piega ha detto che se avesse saputo che doveva preparare un’esposizione dei dati come ad una conferenza l’avrebbe fatto.

In questi casi infatti, e soprattutto stante l’aspetto non rivoluzionario della variante 10, si usa pensare che i Consiglieri legano gli atti o si facciano aiutare a farlo oppure partecipino alla Commissione Urbanistica istituita proprio per agevolare la comprensione di questi punti, siccome questo non interessa basta trovare un pugno di motivazioni e lasciare l’Aula Consiliare.

Ecco dunque le motivazioni, almeno ciò che ne abbiamo capito:
- il percorso per giungere alla variante non era democratico poiché dopo l’assemblea con i professionisti per spiegarne i criteri non vi sono stati riscontri con i medesimi.
Dimenticando che la variante “è “ il riscontro in quanto è la risposta alle richieste presentate dai cittadini tramite i professionisti informati sulla “ratio” del piano.

- Non c’è stato il tempo sufficiente per poter prendere visione degli atti in modo consono stante che i Consiglieri non possono essere competenti in tutti i temi.
I termini sono quelli previsti dalla legge, le competenze si debbono reperire qualora non si abbiano (come nel caso della nostra dissidente titolare di laurea proprio in quel settore cosa che le ha forse fatto pensare di poter insolentire un collega con credenziali decisamente notevoli) e ribadiamo che chi ha chiesto il voto ai cittadini deve fare di tutto per onorarlo dato che non siamo in Consiglio per fare terapia di gruppo. Poi magari se si va alle commissioni preposte qualcosa si risolve.

-       il modo di illustrare la variante e l’esposizione era poco trasparente e metteva in difficoltà i Consiglieri.
Motivo per cui si è ipotizzato, tanto per cercare di comporre il dissidio, di passare ad una tavola più articolata (a nostro parere meno adatta) in cui le cave erano riconoscibili e Morsano, che il Consigliere Tomasin non riusciva a trovare nella tavola precedente (facendo specifica domanda all’urbanista), balzava agli occhi.

 Quindi, non senza avere assistito allo show del Consigliere Tomasin il quale ha tirato in ballo, per la seconda volta, la storia delle zone C che impediscono lo sviluppo degli allevamenti dei conigli (i quali, a quanto pare, prosperano comunque), argomento che viene trattato per la terza volta pur non essendo all’ordine del giorno, le minoranze con il loro “rinforzo” hanno abbandonato l’Aula.

A questo punto, a beneficio del pubblico presente è stato chiesto all'urbanista di spiegare comunque le variazioni cartografiche successivamente adottate.

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