3. PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE (P. R. G. C.)
ADOZIONE VARIANTE N. 10.
Detto che la variante interessata non comporta modifica alle
previsioni strategiche del P.R.G.C. vigente, limitandosi ad intervenire nella
sua struttura con modifiche che rientrano nella compatibilità ambientale già
inquadrata dallo strumento urbanistico e oggetto di procedura attuata con la
precedente variante n.8 (quella già accennata in approvazione dei verbali e
approvata dall’amministrazione precedente) di revisione dei vincoli, passiamo
alla discussione.
Il Sindaco chiama l’Urbanista, estensore della variante,
Arch. Livio Comuzzi, ad illustrare il suo operato. Il professionista, il quale
ha già lavorato in passato sul nostro Comune e quindi non affronta una
situazione ignota, se non quella dell’accoglienza vagamente offensiva della
quale sarà oggetto.
In occasioni precedenti le tavole con le modifiche venivano
appese ai muri della sala, ad esclusivo beneficio dei Consiglieri che potevano
andare a verificare eventuali osservazioni e dubbi, in questa occasione si era
provveduto alla video-proiezione per permettere la visione dal posto e da parte
del pubblico ma questo fatto si è scontrato con la palese intenzione di far
naufragare la discussione,
Non appena la discussione si è portata sulle ventinove
variazioni cartografiche, esemplificate nella tavola sottostante,
a cui avrebbe fatto corollario la descrizione della modifica
da parte del professionista, la nostra dissociata si è visibilmente alterata e
si è alzata in piedi attraversando la sala andando a schiaffeggiare il muro in
corrispondenza delle zone in cui ci dovevano essere le cave affermando che
senza queste ultime non riusciva a capire dove fossero tali zone e che non si
fanno presentazioni in questo modo. Il Consigliere Anzit ha chiesto invece
perché non erano presenti nella tavola l’area Rinaldi e l’ex ambulatorio di
Morsano lamentando anche lui le difficoltà ad individuare le cose. L’Architetto
Comuzzi, risposto ad Anzit che le due aree da lui citate non c’erano perché
appartenenti ad una variazione precedente e quindi non pertinenti alla
variazione in atto, vista la piega ha detto che se avesse saputo che doveva
preparare un’esposizione dei dati come ad una conferenza l’avrebbe fatto.
In questi casi infatti, e soprattutto stante l’aspetto non
rivoluzionario della variante 10, si usa pensare che i Consiglieri legano gli
atti o si facciano aiutare a farlo oppure partecipino alla Commissione
Urbanistica istituita proprio per agevolare la comprensione di questi punti, siccome
questo non interessa basta trovare un pugno di motivazioni e lasciare l’Aula
Consiliare.
Ecco dunque le motivazioni, almeno ciò che ne abbiamo
capito:
- il percorso per giungere alla variante non era democratico
poiché dopo l’assemblea con i professionisti per spiegarne i criteri non vi
sono stati riscontri con i medesimi.
Dimenticando che la variante “è “ il riscontro in quanto è
la risposta alle richieste presentate dai cittadini tramite i professionisti
informati sulla “ratio” del piano.
- Non c’è stato il tempo sufficiente per poter prendere
visione degli atti in modo consono stante che i Consiglieri non possono essere
competenti in tutti i temi.
I termini sono quelli previsti dalla legge, le competenze si
debbono reperire qualora non si abbiano (come nel caso della nostra dissidente
titolare di laurea proprio in quel settore cosa che le ha forse fatto pensare
di poter insolentire un collega con credenziali decisamente notevoli) e
ribadiamo che chi ha chiesto il voto ai cittadini deve fare di tutto per
onorarlo dato che non siamo in Consiglio per fare terapia di gruppo. Poi magari
se si va alle commissioni preposte qualcosa si risolve.
- il
modo di illustrare la variante e l’esposizione era poco trasparente e metteva
in difficoltà i Consiglieri.
Motivo per cui si è ipotizzato, tanto per cercare di
comporre il dissidio, di passare ad una tavola più articolata (a nostro parere
meno adatta) in cui le cave erano riconoscibili e Morsano, che il Consigliere
Tomasin non riusciva a trovare nella tavola precedente (facendo specifica
domanda all’urbanista), balzava agli occhi.
Quindi, non senza avere assistito allo show del Consigliere
Tomasin il quale ha tirato in ballo, per la seconda volta, la storia delle zone
C che impediscono lo sviluppo degli allevamenti dei conigli (i quali, a quanto
pare, prosperano comunque), argomento che viene trattato per la terza volta
pur non essendo all’ordine del giorno, le minoranze con il loro “rinforzo”
hanno abbandonato l’Aula.
A questo punto, a beneficio del pubblico presente è stato chiesto all'urbanista di spiegare comunque le variazioni cartografiche successivamente adottate.
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