sabato 19 luglio 2014

UNIONI O MINI PROVINCE?


Si continua a parlare di un taglio netto alle Province e della formazione di nuovi enti territoriali, quotidianamente sul Messaggero Veneto si assiste alle prese di posizione da parte degli enti coinvolti e di autorevoli opinionisti. Preso atto dell’orientamento che sta prendendo la Regione riteniamo positivo l’intervento dell’Assessore Panontin, che si dice pronto a cambiare alcuni aspetti della riforma presentata venerdì (come quello delle nomine dei direttori che tante perplessità, dal punto di vista dei costi aggiuntivi, + 1,7 milioni, ha destato).

Può essere che l'area vasta non serva molto, né a risparmiare quattrini né a qualificare la spesa, potrebbe servire, invece, a creare autorevoli soggetti istituzionali capaci non solo di gestire l'esistente, ma anche di attivare progetti di sviluppo sufficientemente forti nei confronti del sistema di finanziamenti europeo.

Alcuni riflettono sulla geografia che esce dalla struttura delle 17 ATO (Ambiti Territoriali Omogenei) che la riforma individua, rilevando una discutibile formazione di alcuni di loro. Per quanto ci riguarda corrisponderebbe a quello che già conosciamo (e viviamo amministrativamente) come Medio-Friuli.

Altro punto critico è il fatto che possano essere delle “piccole Province” con tanto di presidente, direttivo e assemblea, parliamo di 347 amministratori che dovranno rapportarsi strettamente con i Consigli Comunali, con il rischio concreto di creare sovrapposizioni ostative alla tanto auspicata semplificazione. Se è vero che la scelta adottata dalla Regione prende lo spunto dagli Ambiti socio-assistenziali, che in regione operano bene, va detto che questi ultimi enti sono strutture “leggere”, soggette anche loro ad una riforma che oggi vede una posizione critica nel Sindaco di Codroipo (articolo a firma di Viviana Zamarian sul Messaggero Veneto odierno):



Un atro interrogativo molto forte è quello posto, giorni fa a mezzo stampa, da Sandro Fabbro dell’Università di Udine: “qual è l'obiettivo principale di queste aggregazioni di comuni? Creare nuove capacità istituzionali, nel territorio, per qualificare la spesa pubblica ed impostare e sostenere un nuovo ciclo di sviluppo regionale o fare una ri-organizzazione delle funzioni comunali ordinarie? La prospettiva è radicalmente diversa: da una parte si guarda al futuro e dall'altra all'esistente”.

Quindi seppur condividendo l’intento della riforma (dichiarazione di Panontin sul Messaggero Veneto di ieri) consistente nel partire dai servizi per arrivare ad eventuali fusioni (ricordiamo la nostra mozione sull’unione dei servizi per il nostro ambito), restano aspetti ancora da verificare, uno per tutti: il nostro Comune intrattiene relazioni con 9 comuni confinanti, alcuni appartenenti ad ambiti diversi dal nostro, in che modo questo ATO andrà ad incidere su rapporti di collaborazione e condivisione di problematiche (Golf – TAV ad esempio) fra noi ed i nostri vicini.

Lavoro per la Giunta non mancherà e terremo informata la popolazione degli sviluppi, intanto aspettiamo nuove pungolature sardoniche dai nostri avversari (con pretesti risibili, come da loro, ormai dimostrata, consuetudine).

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