venerdì 29 novembre 2013

CONSIGLIO COMUNALE: LE NOSTRE POSIZIONI.



Degli accadimenti, in grado di far allibire una persona con esperienza nel settore della gestione del territorio come l'Architetto Livio Comuzzi e di far rizzare le antenne alla nuova Segretaria Comunale Dott.ssa Rita Candotto, parleremo con diffusione nei prossimi giorni. Ieri, nella seduta convocata alle 19.00, troppo presto per il Consigliere Anzit, che ci ha inflitto la solita doglianza sul tema dell'orario (anche se la legge consente di disporre della giornata di libertà pagata, cosa della quale il nostro gruppo non si avvale e ognuno, almeno chi lo può ancora fare, si fa le suo otto, dieci ore e si presenta di buona lena, all'ora indicata). Va poi ricordato, anche a chi preferisce altre riunioni e contesta le date in cui si convocano i Consigli (atti depositati in Consiglio ne fanno fede), che tutti noi abbiamo chiesto il voto ai cittadini e dobbiamo essere al servizio dell'istituzione e della comunità e non il contrario (un aspetto della fondamentale differenza fra amministrare e comandare).
Ricordiamo che i verbali, quelli veri ed ufficiali saranno pubblicati sul sito del Comune e quindi procediamo al resoconto della nostra parte, fazioso ma non bugiardo, con alcune piccole anticipazioni sui prossimi post che pubblicheremo.

1.  APPROVAZIONE VERBALI DELLA SEDUTA PRECEDENTE
Come di consuetudine questo momento diventa un antipasto di quello che attende lo sparuto pubblico presente: i verbali vengono approvati dalla sola maggioranza, il nostro "corpo estraneo", fortunatamente alienatosi da noi da diversi anni, ha fatto di tutto per mantenere il titolo di "maggior oppositore ai verbali" della presente legislatura (e forse anche delle precedenti) con argomentazioni cieche alle spiegazioni della Segretaria Comunale, la quale, presasi la briga di controllare quanto trovato al suo arrivo, ha individuato delle parti da correggere rispetto allo svolgimento della seduta e lo ha fatto. Ma non solo e ne parleremo diffusamente a tempo debito.

2. VARIAZIONE N. 2 E ASSESTAMENTO GENERALE
AL BILANCIO DI PREVISIONE 2013
 Con questa variazione siamo arrivati al documento che chiude le movimentazioni relative al bilancio 2013, fatta propria la relazione del Revisore che ne sancisce la regolarità e l’attinenza ai parametri imposti dalle norme, rileviamo positivamente le situazioni attraverso le quali sono stati attuati dei risparmi la cui origine è una migliore sinergia con associazioni locali. Altro motivo di gradimento è la messa a disposizione di ulteriori fondi per le manutenzioni stradali e per il patrimonio pubblico.
Approvati con voto favorevole della maggioranza, ovviamente.
Le minoranze non hanno perso occasione per offrirci l'anticipazione dei "leit motiv" dell'ormai imminente campagna elettorale parlando dei rappezzi che vengono fatti sulle strade, né più né meno di come è stato fatto ogni volta che è servito, come di "asfalto elettorale" (Tomasin dixit) e della nostra incapacità a chiedere contributi, grande (o unico?) cavallo di battaglia dell'entourage di Anzit, per cui ci viene suggerito di fare le domande anche laddove viene chiesto dall'Ente destinatario di non presentarle perché i finanziamenti non sono stati reperiti, ma spiegheremo bene dove vogliono arrivare nei prossimi post.

PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE (P. R. G. C.)
ADOZIONE VARIANTE N. 10.
In questa variante, certamente coerente con i programmi del nostro gruppo, si estrinseca un’azione che va a vantaggio dei cittadini, nel senso della semplificazione e della preservazione del Territorio. Il piano, con questo intervento, acquisisce tutti i cambiamenti avvenuti in questi anni: rotonda sulla Napoleonica, Golf Regionale, fasce di rispetto dell’A4 e questo oltre alla presa d’atto delle necessità dei cittadini di dare una razionalizzazione ad alcuni appezzamenti con piccoli assestamenti di area. Detto ciò rileviamo con soddisfazione che sono state fatte significative scelte programmatiche come quella di conglobare il Piano Particolareggiato in quello Generale, con conseguente risparmio di tempo e denaro per gli utenti.
A questa ottimizzazione della parte burocratica seguirà una revisioni dei vincoli, per molti versi irrazionali ed onerosi, fatto che renderà più interessante il restauro nei centri degli abitati.
Altrettanto importante la decisione di non creare ulteriori zone di espansione incentivando così il risparmio del suolo.
Questo piano è anche la tangibile riprova che le accuse di espansionismo edilizio da noi sopportate per anni, sono totalmente prive di riscontro con la realtà, sono state solo menzogne, reiterate con malignità, a scopo di propaganda.
Nonostante l'apparecchiatura messa in moto per dare modo anche al pubblico di capire le tavole proiettandole in parete non appena il Professionista si è messo a spiegare il contenuto di quanto andavamo ad adottare si è capito che l'intenzione era quella di abbandonare l'Aula (fatto che dovrebbe essere di eccezionale gravità invece da noi è la norma e viene fatto ogni 3x2), forse perché era difficile essere contrari e faticoso essere d'accordo, trattandosi di un documento molto importante e non di una "mozioncina qualunque".....,  ma forse no....., vanno via anche quando ci sono le mozioni.
Comunque, preso atto della dipartita, abbiamo chiesto (pur avendo letto e compreso i documenti allegati agli atti) che l'Architetto Comuzzi spiegasse la variante, con il metodo con cui aveva iniziato, quello consueto e che usano quasi ovunque, ma con la possibilità di farne partecipe il pubblico tramite la proiezione.
Coltiviamo il Futuro, in olimpica solitudine, ma con la nostra dissociata che interveniva (infrangendo il regolamento) dal pubblico (in effetti non era del tutto andata via, era in una specie di purgatorio istituzionale), approva la variante 10.
Gli aspetti più discutibili, alcuni anche incresciosi, di quello che è accaduto saranno trattati, per la cronaca, in post successivi.

mercoledì 27 novembre 2013

FINALMENTE LA VARIANTE 10 APPRODA IN CONSIGLIO.


Domani sera, in un Consiglio con solo 3 punti all'Ordine del Giorno troverà spazio la discussione sull'attesa variante n° 10. Ecco di cosa andremmo a trattare nella seduta convocata alle 19.00:



1.  APPROVAZIONE VERBALI DELLA SEDUTA PRECEDENTE


2. VARIAZIONE N. 2 E ASSESTAMENTO GENERALE
AL BILANCIO DI PREVISIONE 2013

Questo è il documento che stabilisce l’ultima variazione al bilancio 2013 ed il conseguente assestamento dello stesso. Come sempre tutti i parametri sono rispettati e coerenti, in questa manovra non viene applicato avanzo di amministrazione. Con questa variazione viene incrementata la somma stanziata per la manutenzione delle strade.


3. PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE (P. R. G. C.)
ADOZIONE VARIANTE N. 10

In questa variante, oltre alla considerazione nel piano di tutti i cambiamenti avvenuti in questi anni: rotonda sulla Napoleonica (ormai prossima alla cantierizzazione), Golf Regionale, fasce di rispetto per la terza corsia dell'A4, sono state fatte significative scelte programmatiche quali conglobare il Piano Particolareggiato in quello Generale, di modo ché i cittadini evitino un doppio passaggio procedurale risparmiando tempo e denaro. Importante la decisione di non creare ulteriori zone di espansione infatti, preso atto delle necessità dei cittadini di dare una razionalizzazione ad alcuni appezzamenti con piccoli assestamenti di area, è stata fatta la scelta di agevolare gli interventi nei centri storici, anche rivedendo alcuni vincolo anacronistici, incentivando così il risparmio del suolo.

La conferenza dei Capigruppo convocata ufficialmente (Prot. 10167) come di consuetudine, non si è svolta per la mancata presenza dei Capi gruppo di minoranza, come accade fin dal 2012.

venerdì 22 novembre 2013

AMBITO DI APPLICAZIONE DEI VOLONTARI CIVICI PER IL 2014.



Come noto, anche se qualche Consigliere dissociato non ne è ancora convinto, il servizio civico è prestato in relazione a tutte le attività di interesse pubblico di competenza dell' Amministrazione Comunale e non espressamente vietate o riservate ad altri soggetti dalle norme Statali e Regionali, dallo Statuto comunale e dai Regolamenti comunali.

Siccome il loro operato si svolge sulla scorta di un piano annuale di attività elaborato con i Responsabili degli uffici, concordato con gli Assessori di riferimento che viene ribadito che per l’anno prossimo si svolgerà ancora nei seguenti ambiti:

Servizi scolastici, educativi, culturali, sportivi con:
- attività di assistenza durante il trasporto scolastico e per le operazioni di accesso e abbandono degli edifici scolastici, anche in collaborazione con gli organi scolastici competenti;
- assistenza alla cittadinanza in occasione di eventi civili, culturali, religiosi e ludico sportivi;
- attività di supporto al Comune per servizi culturali educativi e sportivi mediante svolgimento di funzioni complementari;
- servizio gestione emergenze in attività di pubblico spettacolo.

Servizio patrimonio, territorio, ambiente con:
- attività di tutela, conservazione, manutenzione, custodia dei parchi pubblici, delle aiuole, dei viali, delle aree verdi, degli edifici pubblici e dei cimiteri e edifici ed aree comunali in genere (piccole potature, sfalcio aree verdi, diserbo, pulizia, sgombero neve e spargimento sale)
- attività di educazione e difesa ambientale;
- apertura e chiusura di edifici comunali, palestre, ecc.;
manutenzione edifici (strutture edilizie, serramenti, ecc.):

Servizi sociali con:
- servizi alla persona, con particolare riguardo agli anziani, minori e persone diversamente abili, trasporto delle categorie indicate.

Siamo sempre stati convinti che solo i cittadini possono risollevare le nostre comunità, stando che la politica istituzionalizzata tende ad essere auto-referenziale (vedasi le attuali scissioni e quant’altro) questi volontari civici, assieme ai membri della Protezione Civile e di tutte le associazioni locali continuano a darcene conferma.

martedì 19 novembre 2013

MOZIONE DI SOLIDARIETA’ PER IDEAL STANDARD MENTRE PER AUSSA CORNO QUALCOSA SI MUOVE.


Approvato in Giunta un O.d.G. sollecitato dalla Regione con il seguente documento:

Recentemente è stata resa nota la volontà di procedere alla chiusura dello stabilimento IDEAL STANDARD di Orcenico, con conseguente licenziamento di circa 500 dipendenti. Questo stabilimento ha un'importanza storica per il manifatturiero locale e la sua chiusura sarebbe un ulteriore passo verso la de-industrializzazione della Regione, senza dimenticare che le parti sociali si sono adoperate, per decenni, anche con ingenti aiuti economici, per sostenere l'impianto produttivo contribuendo fattivamente alla storia una industria ceramica apprezzata in tutto il mondo.
Riteniamo quindi doveroso esprimere sostegno all'iniziativa promossa dal Consiglio Regionale FVG e sostenere le istituzioni di livello superiore, tra le quali in primis la Regione Friuli Venezia Giulia, il Ministero del Lavoro e delle Attività Produttive e il Ministero dello Sviluppo Economico, per verificare la fattibilità di soluzioni imprenditoriali alternative.

Detto ciò cominciano anche per Aussa Corno a giungere notizie meno pessimistiche, dall’interesse giunto dal Portogallo a rilevare ARTENIUS alle attività legate alle strategie occupazionali ed industriali per la Bassa Friulana: dal Messaggero Veneto:


domenica 17 novembre 2013

ALTA VELOCITA' BUONE NOTIZIE PER CASTIONS.


Sono due giorni che il Messaggero Veneto riporta informazioni confortanti, per quanto riguarda il nostro territorio, in merito al prosieguo della faccenda Alta Velocità - Alta Capacità:

 
Nella sostanza prende sempre più consistenza l'orientamento ad utilizzare la linea esistente implementandone la potenzialità arrivando, in caso di necessità, a quadruplicare la stessa.
Ovviamente alcuni dei Comuni che sono già attraversati dalla ferrovia e che vedevano nel progetto del 2010 un vantaggio sono poco inclini a questa soluzione.
Riteniamo però che oltre 40 milioni di euro al chilometro, la scarsa prospettiva di sviluppo della tratta (stanti le attuali condizioni), la possibilità di raggiungere i 180 chilometri orari con l'aggiustamento della segnaletica già sulla linea esistente e la devastazione di territori attualmente dedicati alla coltivazione possano portare anche quelle amministrazioni a guardare alla cosa con una visione di sistema.
Per rinfrescare la memoria ricordiamo solo due delle problematiche che furono segnalati, a suo tempo, dalla Giunta nelle riunioni propedeutiche e che verrebbero a cessare nel caso prospettato dal commissario Mainardi:

Elettrodotti.
La zona della Zavattina, zona agricola con all’interno una zona SIC è già sottoposta ai campi elettromagnetici relativi al passaggio di ben tre elettrodotti di cui uno già di proprietà di RFI. Quello della Linea in progetto costituirebbe il quarto elettrodotto, non parallelo alla nuova linea. Tale circostanza viene ritenuta insostenibile. Va sottolineato che l’elettrodotto esistente di proprietà di RFI taglia in due il Bosco Boscat , violentando un bosco planiziale unico in Italia, e non solo, ma anche le manutenzioni imposte sotto gli elettrodotti hanno un costo ormai insopportabile per il nostro Comune. 

Viabilità.
Il progetto prevede l’eliminazione del ponte che collega il territorio del Comune di Castions di Strada attraverso la via Zavattina. Tale previsione non è accettabile in quanto la Via Zavattina costituisce l’unico punto di collegamento a sud della A4 con il centro abitato del Comune di Castions di Strada ed inoltre essendo il territorio e l’economia del nostro Comune prevalentemente agricola non è possibile penalizzare ulteriormente il settore dell’agricoltura. Infatti una viabilità alternativa, notevolmente più lunga, aggraverebbe i costi gestionali delle aziende agricole (gasolio, ammortamento dei mezzi, aumento dei tempi di percorrenza). Inoltre l’eventuale percorso alternativo da utilizzare (statale Udine Lignano e la Triestina SS 14) aumenterebbe i rischi per gli operatori costretti ad utilizzare strade statali in alternativa a quelle esistenti, aumentando così i rischi anche per gli automobilisti. Va sottolineato che gli abitanti di Castions residenti nella zona della Zavattina saranno sicuramente coloro che subiranno i maggiori danni tra i cittadini per la costruzione della TAV, e sicuramente non sarà in alcun modo accettabile che non abbiano una via di collegamento con centro abitato (capoluogo)il loro Comune. Senza contare il fatto che il Comune si troverà costretto a sostenere ulteriori oneri finanziari per erogare gli stessi servizi attuali, in particolare il servizio di trasporto scolastico ed il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti.

venerdì 15 novembre 2013

UN PASSO ALLA VOLTA, PRIMA LE UNIONI POI LE FUSIONI.



Dal canto nostro, per percorrere una via che non ci vedeva contrari ma cauti, forti anche delle esperienze portate da molte convenzioni sull’ambito territoriale che fa’ capo a Codroipo abbiamo proposto, nel Consiglio successivo, un documento propedeutico al primo passo da compiere, eccone il testo:

Oggetto: Mozione di intento per “l’Unione di ambito territoriale del Codroipese”


Considerato che sono ormai 250 le Unioni, rappresentative di oltre 1200 Comuni, diffuse su tutto il territorio nazionale e che questi nuovi Enti locali stanno assumendo un ruolo sempre più funzionale nella costruzione di un nuovo e più adeguato assetto della gestione del territorio;

Richiamato il dovere di offrire un servizio puntuale e migliore alla cittadinanza, ove possibile attuando anche  una riduzione dei costi;

Assodata la continua riduzione delle risorse disponibili nel persistente contesto di crisi economica in essere.

Si propone di sottoporre al Consiglio Comunale di Castions di Strada la decisione di affidare ai membri della Giunta l’incarico di promuovere, presso i Comuni contermini, un’azione di sensibilizzazione atta a determinare la creazione dell’Unione di ambito territoriale del Codroipese.

Questa mozione, approvata con i nostri soli voti, in opposizione alla “fuga in avanti” della Lega con la proposta di fusione “a prescindere” presentata da quel gruppo, sostiene che sull'asse della Napoleonica vi è una consolidata collaborazione tra i Comuni, gli stessi vigili fanno parte di questa aggregazione, che ASTER o associazione di scopo. Riteniamo che parlare di Unione significhi mettere in campo energie diverse ed interagire su una direttrice lunga, ove si possono trovare risorse per ovviare alle situazioni di disservizio. La Regione fino ad ora non ha contribuito molto nel facilitare questo processo, in quanto le politiche regionali non sono particolarmente premianti nei confronti delle unioni.
La Giunta verificherà, con i Comuni limitrofi, se è possibile condividere questo percorso e attivare questa opzione, in prospettiva, considerando che l'ambito Codroipese va oltre alla Napoleonica, si può arrivare ad una consistenza demografica di più di 50.000 cittadini: alla consistenza di un centro urbano di medie dimensioni.

Quindi, in prospettiva, piuttosto che una fusione "perché la fanno gli altri" vogliamo pensare ad una fusione molto più ambiziosa, con le potenzialità ottimali e le certezze di una verifica che solo l'unione dei servizi può dare.

Queste sono ancora le nostre posizioni: il bene della comunità prima di tutto, quindi intendiamo procedere , come sempre, con attenzione.

Questo argomento sarà un possibile “lavacro purificatore” per alcuni navigatori della politica locale che pensano di potersi sdoganare in altre comunità, ma sarà anche un fenomeno da cui potranno nascere “nuove aggregazioni”.
Sarebbe comunque interessante che ciò avvenisse senza cooptare “vecchie volpi in cerca di nuovi pollai” e che questo argomento riguardasse veramente un discorso di economia di scala e di miglioramento dei servizi anziché essere un “cavallo buono”, per vincere le elezioni, ma da “dimenticare” una volta raggiunta la poltrona.

Noi preferiamo questo.

mercoledì 13 novembre 2013

FUSIONI: DUE DEBOLEZZE NON FANNO UNA FORZA.



Nel nostro Comune ci sono già stati atti ufficiali in merito a questa problematica il primo, presentato dalla Lega, nel 2012, fu un documento che perappresentava una vera fuga in avanti, l’intento di calvacare l’onda prima di altri (il PD si stava già muovendo sulla problematica della razionalizzazione degli enti territoriali) era evidente, abbiamo comunque cercato di trovare una posizione di equilibrio (verbali della discussione a disposizione sul sito del Comune), senza  giungere ad un risultato condiviso, stante la volontà di marcare il punto con la “primogenitura”. Il documento presentava molti aspetti critici ed approssimativi ecco l’analisi che ci portò a cercare una soluzione più confacente, in grassetto il testo della mozione:

Vista l’esperienza positiva di altri Comuni della nostra regione che hanno già attuato o sono in procinto di definizione della fusione tra Comuni;
Questa affermazione ci parve azzardata poiché, a  quanto ci constava, al momento la fusione in attività era solo quella del 2009 fra Campolongo al Torre e Tapogliano, alla quale doveva affiancarsi quella in itinere fra i comuni di Rivignano e Teor. Il fatto era così isolato e recente che nessuno poteva vantare dati statistici consolidati, positivi o negativi, in merito ai servizi e ai risultati economici ottenuti dal neo-Comune (che godeva tra l’altro della forte infusione di fondi portata dalla Regione per l’operazione, come nel caso di Rivignano-Teor. Una infusione che purtroppo si è drasticamente ridimensionata a causa della crisi).

Considerato il costo di gestione dei piccoli comuni definiti “polvere”, che non sono in grado di utilizzare in modo organico il personale dipendente e di sfruttarne a pieno il potenziale umano;
Per “Comuni Polvere” sono intesi quelli sotto i 1.000 abitanti, noi non lo siamo e quindi dobbiamo ragionare su una serie di altri parametri strutturali.

Vista la necessità di offrire un servizio puntuale e migliore al cittadino accompagnata da una riduzione dei costi;
Le fusioni si fanno fra Comuni contermini ma, per esempio, potrebbe essere Bertiolo il Comune ideale per raggiungere una sinergia ottimale dei servizi, quindi l’unione si potrebbe fare ma la fusione no.

Visto la riduzione delle risorse disponibili ed il contesto di crisi economica attuale;

Tenuta in considerazione anche l’affermazione del sindaco della necessità di eseguire il minor numero possibile di Consigli Comunali in quanto troppo costosi e non sostenibili dall’attuale amministrazione.
Questa parte era chiaramente strumentale e corrispondeva solo parzialmente a quanto più volte spiegato dal Sindaco. Il Sindaco non ha mai sostenuto che i Consigli non sono sostenibili, ma che comportano comunque un onere per le casse del Comune, e che sarebbe opportuno gestire in modo oculato lo strumento istituzionale.

Si chiede

Di impegnare l’amministrazione affinché si possa cominciare a porre in essere un percorso che porterà la fusione del nostro Comune con uno contermine.
Ferma restando la perplessità relativa all’istituto della fusione “a prescindere”, che i Comuni contermini di Castions sono 9, di cui ben 5 ricadenti nell’ambito della Bassa - Friulana, qualora ciò sia davvero la soluzione ai nostri problemi funzionali ed economici,  stante la logica dei proponenti, tanto valeva attivarsi per la fusione con “quanti più” Comuni contermini possibile.
Quindi era assente ogni considerazione su come  “fondere punti di forza complementari” e non “debolezze strutturali equivalenti”, andando a valutare se ci sono opzioni di quel genere che giustifichino una fusione e chi sarebbe il Comune prescelto,  insomma un documento carente che riteniamo di avere giustamente respinto.

Chiaramente questo argomento non andava accantonato, pur non essendo una priorità assoluta, per cui elaborammo una proposta da presentare al Consiglio nella seduta successiva.

Segue…

lunedì 11 novembre 2013

FUSIONI ED UNIONI: PREMESSE.


Prima di dichiarare la nostra posizione è opportuno illustrare queste due forme di aggregazione amministrativa, infatti molto spesso le due cose vengono confuse o scambiate fra loro:
- Fusione
L’esigenza che s’intende soddisfare con la fusione è essenzialmente quella di eliminare i cd. “comuni polvere” ed i gravi disagi connessi all’esiguità dimensionale dei medesimi, senza per questo ricadere nei problemi gestionali e negli aumenti di costi tipici di un super-comune. E che, nella fusione, l’attenzione sia rivolta proprio (e solo) alla consistenza demografica e dimensionale del modificando assetto territoriale, è facilmente intuibile da due circostanze:
a) il futuro comune unico deve derivare dalla fusione di almeno due comuni e dovrebbe preferibilmente avere una dimensione minima di 3.000 abitanti ed una dimensione massima di 30.000 abitanti (se si tratta di una “unione convertita”);
b) il contributo ordinario annuale (sia statale che regionale) spettante al nuovo comune è calcolato in base alla popolazione ed ai comuni coinvolti ed è assolutamente svincolato dal numero e dalle modalità di gestione dei servizi.

- Unione
Di contro, l’esigenza sottesa alla costituzione di un’unione è primariamente quella di pervenire ad una gestione stabile ed integrata di funzioni comunali, così da fornire un grado di efficienza che il singolo comune (piccolo o grande che sia) non sarebbe separatamente in grado di assicurare ai propri cittadini. Tant’è vero che:
a) il numero minimo di comuni preteso per una costituenda unione è richiesto non tanto per sollecitare un’aggregazione di centri minori (finalità tipica ed esclusiva di una fusione), quanto piuttosto per garantire l’idoneità dello svolgimento congiunto di funzioni e servizi comuni;
b) il numero di servizi esercitati in forma associata (parametro assente in caso di fusione) costituisce non solo condizione d’accesso ai contributi, ma anche misura di calcolo del quantum di contributo spettante (maggiore è il numero di servizi, maggiore è lo stanziamento).

In sostanza si può sintetizzare con le seguenti considerazioni: la fusione, costituendo non già un modello di associazionismo, ma una modifica meramente territoriale, è istituto prettamente indirizzato all’eliminazione di quelle realtà municipali che, per le ridottissime dimensioni e per la consequenziale ristrettezza economica, sono inadeguate a garantirsi da sole un’idonea “sopravvivenza”; la fusione, quand’anche derivi da un’unione di comuni trasfusa in un comune unico, continua a rappresentare una soluzione da adottare preferibilmente nei casi di esiguità dimensionale degli enti coinvolti.
Dalle intenzioni del legislatore pare di capire che l’unione sia la via preferenziale, persino in caso di piccoli comuni (e, dunque, in casi in cui la fusione sarebbe esemplarmente più giustificata), infatti è lo stesso legislatore nazionale a relegare in un ambito del tutto marginale e residuale l’opzione del comune unico ed a mostrare di preferire l’unione di comuni.



Il quadro geo-politico e demografico va considerato con altrettanta attenzione dato che, come altre Regioni del Nord d'Italia, la Regione Friuli Venezia Giulia è caratterizzata dalla presenza di un grande numero di piccoli Comuni: dei 219 Comuni esistenti il 62% ha infatti una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti (di cui il 21% sotto i 1.000, Suddividendo i Comuni per fasce altimetriche, si osserva che un quarto dei Comuni sono montani, di cui il 97% ha meno di 3.000 abitanti. Un assetto amministrativo così frammentato sembrerebbe particolarmente favorevole alla costituzione di Unioni di Comuni; l'esperienza invece è stata a dir poco insoddisfacente.
Delle 16 Unioni costituite alla fine del 2000, 2 si sono sciolte quasi immediatamente (2001) ed 11 alla fine del 2004; ad oggi sono ancora operative 5 unioni cui dovrebbe affiancarsi una nuova unione in Provincia di Gorizia. Notoriamente i Comuni coinvolti dalle Convenzioni sono molti di più di quelli coinvolti dalle Unioni, ma la relazione “forma associativa/risorse”, al fine di integrare e migliorare i servizi, porta nella direzione delle unioni nonnostante il fatto che le politiche della Regione non siano particolarmente premianti nei confronti di queste ultime.

Segue.....

giovedì 7 novembre 2013

IN SINTONIA CON IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA.

Dopo due interventi di pulizia dei cartelli stradali, da adesivi che ne deturpavano aspetto e funzione, finalmente abbiamo l'avallo di una personalità importante che dà molto rilievo a questo atto di civiltà.
Di ieri l'articolo del Messaggero Veneto che rilanciamo:
Adesso possiamo sperare che i vandali che hanno ri-apposto gli adesivi, un mese dopo che erano stati tolti la prima volta, facciano tesoro di questo monito e lascino stare la segnaletica pubblica.