mercoledì 15 ottobre 2014

UNIONI: CONTINUA IL CAMMINO DELLA RIFORMA.



Le ultime dichiarazioni alla stampa da parte dell’Assessore Panontin affermano che “senza unioni tagli anche alle città capologo”, quindi tagli in vista per tutti.

La riforma degli enti locali che ha passato l'esame della giunta e contiene una novità, ovvero l'equiparazione delle città capoluogo alla disciplina applicata ai Comuni fino a 30.000 abitanti. I Capoluoghi provinciali potranno scegliere se partecipare o meno alle nuove Unioni e se non lo faranno subiranno anche loro un taglio dei trasferimenti ordinari pari al 30% della spesa corrente. 

L’approvazione mancata da parte del Consiglio delle autonomie locali (Cal) non sta bloccando l'iter della riforma la quale contempla di nuovo la possibilità di rivolgersi, per la gestione delle Unioni, a un direttore (figura che dovrebbe essere individuata tra i dirigenti pubblici).

La paventata sforbiciata ai trasferimenti, riguarderà tutti i Comuni sopra i 5 mila abitanti (3 mila in montagna) che rifiuteranno di aderire alle nuove Unioni, quindi anche i capoluoghi di Provincia per i quali non era stata prevista alcuna conseguenza in caso di mancato ingresso. Tutto questo mentre è stato confermato il sistema premiale a favore dei Comuni che hanno ceduto spazi finanziari orizzontali, così come l'applicazione di una penalità per quelli che non hanno utilizzato correttamente gli spazi assegnati.

Interessante la posizione espressa dal Presidente di Confindustria Udine, Matteo Tonon, che ha sottolineato il fatto che il Comparto Unico dei dipendenti pubblici sia difficilmente sostenibile in questo periodo di crisi economica, trattandosi di un sistema che crea privilegi iniqui nei confronti dei lavoratori privati e costi raguardevoli per la collettività.

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